Noi, donne ‘normali’

Girovagando su Facebook mi sono imbattuta nell’articolo di un noto giornale di moda che raccontava storie di donne da cui lasciarsi ispirare, nella vita e nello stile. Visto che mi piace raccontare le donne ma mi piace anche conoscerne le storie, mi sono presa cinque minuti per leggerlo, per vedere se davvero questi racconti potevano essere motivazionali per tutte noi. Beh, devo dire che le cinque esperienze di vita narrate sono sì motivazionali, ma solo per alcune donne, non per tutte.

Sono storie molto belle, alcune anche toccanti, ma come spesso accade nei giornali di moda raccontano solo e soltanto donne che ce l’hanno fatta ma… di un certo livello. Si fa la conoscenza di un’influencer over 80, una studentessa di fashion business, una restauratrice di mezzi d’epoca, una fotografa e infine un’art director ora dedita all’illustrazione, ognuna con un suo stile, ognuna in cerca di una svolta nella vita o nel lavoro: una svolta che, nel momento in cui è arrivata, ha reso l’esistenza di queste cinque donne ancora più entusiasmante e… ‘dorata’ e a volte ha portato loro soldi e successo.

Ma la vita delle donne, molto spesso, è un’altra, è una vita di cui ci si deve accontentare e che deve procedere di pari passo con le esigenze di marito e/o figli e con tutta una serie di dinamiche esterne più o meno impegnative per far fronte alle quali spesso si devono fare delle rinunce, anche se a malincuore. Come può una donna ‘normale’ trarre ispirazione da gente che, passatemi il termine, ha sempre avuto il culo sul velluto, le conoscenze giuste ma soprattutto i mezzi (a Roma si dice: i soldi pe’ fa’ ‘na guera) per potersi lanciare in una nuova avventura?

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Vi posso assicurare che c’è un esercito di commesse, donne delle pulizie, receptionist e cassiere che nonostante i piccoli problemi quotidiani e un bilancio familiare che spesso va fatto quadrare facendo i salti mortali riescono a trovare un proprio equilibrio. Donne che magari avevano la potenzialità di reinventarsi ma non hanno potuto perché in certi casi reinventarsi aveva un costo difficile da sostenere; donne con una laurea che invece hanno dovuto accontentarsi di un lavoro ‘normale’ perché non avevano santi in paradiso né una famiglia influente alle spalle, e col talento se non hai conoscenze non vai da nessuna parte. Donne che nonostante tutto sono felici di ciò che hanno raggiunto, anche se non era quello il loro obiettivo. Allora perché non parlare anche di loro? Perché non rendere ‘patinata’, per una volta, anche la loro vita, e mostrare a tutti che si può essere ‘glamour’ e ci si può sentire fortunate e felici anche se non si è riuscite ad aprire un negozio in centro o ad essere a capo di un’associazione importante? La diamo ogni tanto voce alle ragazze ‘normali’ con lavori ‘normali’ e a volte anche umili?

Anche loro possono lanciare un messaggio motivazionale, e forse anche più incisivo. Perché è facile tirare fuori le palle e trovare la tua strada quando hai una vita già di per sé agiata. La vera impresa eroica è quando con le palle ci nasci, e riesci a restare a galla anche quando la vita cerca di mandarti a fondo; quando sei una donna ‘normale’ e ti devi fare il culo giorno dopo giorno per dimostrare quello che vali.

E ce la fai, nonostante tutto e tutti.

A presto.

La Bionda

8 pensieri riguardo “Noi, donne ‘normali’

  1. il motivo è molto semplice perché si parla solo di certe donne e non di altre. Le persone non vogliono sentir parlare dei problemi che tutti i giorni devono affrontare ma vogliono sognare che anche loro avrebbero potuto fare quello che sognavano ma… c’è sempre un ma che rompe le uova nel paniere.
    Per capire quasto basta sedersi davanti alla TV un pomeriggio e si capisce cosa fa audience e cosa no.

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  2. È quello che ci diciamo noi, soprattutto poi quando si parla di donne “anta”. Diciamo che parlare di chi ce l’ha fatta, crea seguito, la “normalità” invece non fa audience, soprattutto nei social. Non bisogna neanche non apprezzare chi è riuscita a raggiungere i propri obiettivi nonostante difficoltà e poco denaro. C’è chi ha una marcia in più, lo dico serenamente, mi rendo conto che c’è chi crede più fermamente nelle proprie capacità e non si arrende mai e poi mai

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    1. Non sto dicendo che non si debba apprezzare chi ce l’ha fatta con pochi mezzi a disposizione, anzi; stavo riflettendo sul fatto che i giornali patinati danno spazio solo a storie di donne che ce l’hanno fatta, sì, ma con le spalle ben coperte e in ambiti professionali di rilievo. Penso che, ogni tanto, dedicare un articolo che so, a donne che hanno lavori ‘semplici’ e ne sono soddisfatte, o a quelle che anche con uno stipendio standard riescono a far quadrare i conti possa infondere un po’ di motivazione in più e dare voce anche a categorie professionali di cui nessuno parla ma che sono comunque ‘utili’ alla società. 😉

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