Da quando tutti ci siamo lasciati inghiottire dai social, ogni occasione è buona per coccolare il nostro malcelato egocentrismo a suon di immagini. In altri periodi dell’anno troviamo, ad esempio:
- la ragazza carina che posta la foto ‘in tiro’ e super ritoccata con su scritto: “Brutta io!” per farsi commentare dagli altri: “Ma quale brutta, sei uno spettacolo!”;
- la persona che scrive una frase a cazzo e perlopiù incomprensibile per farsi chiedere: “Che succede?” e rispondere “Ti scrivo in PVT”;
- la gente che posta le foto dei cani perché ai ‘pelosi’ un like glielo mettiamo tutti;
- le coppie che nessuno si caga ma ugualmente pubblicano la foto col bacio convinti che tutti stiano a schiattare d’invidia per loro.
Ma nel periodo natalizio tutto ciò sembra meravigliosamente sparire per lasciare posto alle foto degli alberi di Natale. La ‘gara’ inizia intorno all’8 dicembre, anche se per movimentare un po’ le home sui social già da novembre è iniziato a girare un link che dice che chi addobba la casa prima del solito è più felice (ma chiccazzo ve l’ha detto???). Così, tanto per incentivare le vendite di decorazioni, luci e palle di Natale anche in un mese che per il commercio è di per sé ‘morto’.
Sinceramente a me e – penso – anche ad altri, se avete fatto o non avete fatto l’albero, se è bello, brutto, grosso o piccolo, nun ce ne po’ frega’ de meno.
Ma non tutti la pensano così.
E chi – magari per questioni di spazio – in tempi ancora non sospetti comprava un alberello già pronto di 20 – 30 cm da mettere vicino al televisore per creare atmosfera ma senza addobbare la casa come se avesse attinto al tesoro di San Gennaro, adesso, co’ ‘sto fatto de mette’ la foto sui social si sente quasi in dovere di dare fondo ai propri risparmi per un albero che manco Melania Trump alla Casa Bianca. Non importa se per fare spazio all’albero di un metro e ottanta non potrà più aprire la porta della cucina fino al 6 gennaio. Lo addobberà, lo fotograferà postandolo sui social, e poi dirà alla moglie:
“Che te frega d’a cucina, amò, se magnamo ‘n pezzetto de pizza, ordinamo co’ Glovo o annamo a magna’ da tu’ madre, ma voi mette quanno er collega mio vede st’arbero come ce sforma? Tiè, spizzate ‘ste luci, pare de sta’ a Riccione ar Cocoricò!” (trad. dal romanesco: “Che ti importa della cucina amore, ci mangiamo un pezzettino di pizza, ordiniamo su Glovo o andiamo a cena dalla tua mamma, ma vuoi mettere quanto sarà invidioso il mio collega quando vedrà quest’albero? Ecco, guarda queste luci, sembra di stare al Cocoricò a Riccione!”)
Perché anche in un periodo in cui tutti dovrebbero mettere da parte cattiveria, invidie e risentimenti ed… ‘essere più buoni’ (cosa che poi si dovrebbe fare sempre, non solo a Natale!) il pretesto per mettersi in mostra sui social si trova comunque. E se non lo fanno con l’albero, entrano in scena con le foto del Presepe: tanto, con la scusa che sono religiosi e la convinzione che in quanto tali la gente non li creda egocentrici, vanitosi e competitivi (…veh?) si prodigano in allestimenti della nascita di Gesù quasi teatrali, che se potesse parlare anche il Bambinello direbbe loro:
“Aoh, io so’ nato dentro a ‘na stalla, no ar Grand Hotel!”
Il Natale è nell’aria: ma è bello accorgersene dal profumo delle caldarroste negli angoli delle vie del centro, dalle vetrine addobbate a festa, dalle musiche nei negozi, dalle luci bellissime che illuminano le strade, dai sorrisi dei bambini che sanno che per un po’ non andranno a scuola, e dalla maggior parte della gente che sembra improvvisamente più allegra e positiva.
Non da una foto sui social con su scritto “E anche noi abbiamo fatto l’albero!” (che da il ‘LA’ a un sonoro “Eeeesticazzi?” anche se quasi nessuno ha il coraggio di scriverlo).
Siate folli (quello spesso ve riesce bene), siate affamati (ovvio, tra ‘n po’ ve tocca er Cenone!), siate ‘n po’ quello checcacchio ve pare… ma almeno a Natale, per favore, non siate ipocriti.
Se risentimo a breve.
La Bionda.