…CHE GRUPPO!

Dopo i selfie in bagno, le foto al cibo in inverno e alle cosce ‘vista mare’ in estate, ora pare che su Facebook vada di moda la foto di gruppo: sì, perché ora per il popolo dei social qualsiasi attività, dal rasparsi i calli al lavare la propria auto, dal togliersi i punti neri al prendere i lassativi va non solo eseguita pubblicamente, ma esclusivamente e e rigorosamente IN GRUPPO. Ora, non sto parlando di chi si muove in gruppo per un motivo preciso ma di quelle persone che fanno in gruppo anche quelle normali cose che di solito si fanno da soli o al massimo in due – tre persone. E’ come se si sentissero deboli e insicure da sole, e si facessero forti della loro modalità Famiglia Bradford che dà loro il coraggio necessario per uscire, entrare nei locali, nei ristoranti, nei negozi, anche solo per passeggiare in strada.

Quelli che hanno recentemente abbracciato la filosofia del fare le cose ‘in gruppo’, spesso sono gli stessi che da tempo seguivano quella del fare le cose ‘in coppia’: avete presente quegli amici che quando loro erano fidanzati e tu single ti dicevano cose del tipo:

  • “Vorrei dirti di uscire con noi, ma siamo ‘tutte coppie’, non vorrei che ti intristissi” (ma chiccazzo te l’ha detto che a me essere single m’intristisce???);
  • “Guarda, già siamo due coppie, dico al mio ragazzo di portare un amico così vieni anche tu e siamo tre coppie, non ti annoi e hai visto mai diventate una coppia pure voi?” (della serie co’ me te ce porto, te porto pure la compagnia ma cerca de fidanzatte pure te sennò co’ me nun te ce porto ppiù);
  • Volevo organizzare una cena/aperitivo/festa ‘tutte coppie’ se hai qualcuno da portare perché non vieni anche tu? (perché co’ ‘sta storia delle coppie m’hai già fracassato troppo le palle, non sei Noé, non siamo animali e non è previsto nessun Diluvio Universale).

Ecco, gli amanti del fare le cose ‘in gruppo’ a tutti i costi sono la loro versione 2.0. Una rottura di coglioni di portata biblica, anche al solo vederli sui social. Si festeggia un compleanno? Per individuare il festeggiato davanti alla torta nelle foto postate su Facebook dovrete prendere la lente d’ingrandimento: riuscirete  a scovarlo al centro, coi pollici alla Fonzie e circondato da una folla di 3.754 persone manco fosse a Ladispoli alla Sagra del Carciofo, con la didascalia: “E anche stasera eravamo tantissimi! Che gruppo!”

Ma siamo sicuri che 'In gruppo è meglio?' Fonte: Pixabay, Bitstrips
Ma siamo sicuri che ‘In gruppo è meglio?’ Fonte: Pixabay, Bitstrips

Idem per le cene, con la differenza che il selfie verrà scattato da un tizio a capotavola sempre in posa col pollice alla Fonzie e alle sue spalle una tavolata lunga 2,5 km piena di persone (almeno 4.274, ovviamente tutte coppie); in spiaggia il selfie verrà scattato con l’apposito bastone per inquadrare dall’alto 40 affollatissimi lettini contemporaneamente, e se la comitiva ha la fortuna di conoscere un fotografo, questi metterà a disposizione addirittura un drone per uno scatto aereo. E anche stavolta: “…Che gruppo! …eravamo in tantissimi, mancavi solo te!” (Ma manco si me paghi!). Stessa cosa per le vacanze sulla neve, ma senza lettini.

Senza contare quando iniziano a ‘competere’ con gli altri ‘gruppi’, facendo a gara a chi era più in gruppo, e tutto sempre a suon di fotografie social, della serie ‘più semo e mejo stamo’. Un po’ come le donne che fanno a gara a chi ha le tette più grosse, o gli uomini che rivaleggiano circa certe loro… ehm… ‘misure’, perché, come al solito, è la quantità che conta, e non la qualità. Chi scegliendo i propri amici pensa ‘pochi ma buoni’ evidentemente per questi fan della folla-a-tutti-i-costi non ha capito una mazza della vita e dei rapporti interpersonali (!)

Il bello è che questa ‘simpatica’ modalità fa sentire queste persone talmente tanto sicure di sé da farle arrivare a criticare quelle che invece riescono a vivere ed agire anche senza supporto ‘del gruppo’, facendole sentire ‘strane’, ‘diverse’ o anche ‘porelle’ perché stanno sole. Ovvio che tutti siamo liberi di agire come meglio crediamo, ma sempre senza far sentire diverso o strano chi agisce in maniera differente da noi. E se voi etichettate come ‘strane’ tutte le persone che riescono a stare al mondo senza bisogno che qualcuno li supporti, figuratevi come possiamo noi etichettare voi, che non muovete un dito senza tutto il vostro ‘GRUPPO’.

Meditate, gente, meditate… sennò, prima o poi, affanculo quarcuno ve ce manna pure a voi.

In gruppo, ma ve ce manna.

Se beccamo.

La Bionda

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