Il detto ‘altezza mezza bellezza’ secondo me ha rovinato intere generazioni di donne. Vero è che per alcune professioni un po’ di centimetri in più aiutano. A chi vuole fare la modella, l’hostess o la ragazza immagine spesso viene richiesta un’altezza di almeno mt 1,70 con grande cruccio di chi ‘non ci arriva’ o ci arriva solo con un po’ di tacco; ma sono canoni imposti da tutta una serie di esigenze a livello figurativo o relative alle mansioni che le ragazze in questione dovranno svolgere. Ad esempio, alle assistenti di volo viene richiesta una distanza di 2,13 metri tra i piedi e le braccia alzate, in modo tale che possano avere piena dimestichezza con gli armadi posti al di sopra dei viaggiatori. E’ ovvio quindi che al momento delle selezioni vengano preferite ragazze di statura medio-alta. Ciò però non significa che una ragazza alta sia necessariamente anche bella: ricordiamo, nelle commedie italiane anni 50, come la figura della spilungona fosse bonariamente presa in giro come quella che alle feste ‘faceva tappezzeria’ o che era costretta a non mettere mai i tacchi per non diventare più alta del fidanzato, in netto contrasto con la protagonista, meno alta, più procace ma piena di corteggiatori.

Oggi fortunatamente non esiste più un unico canone di giudizio, e ognuna di noi può essere bella nella sua fisicità: che sia curvy, skinny o normopeso, la bellezza femminile è la somma di tutta una serie di caratteristiche che rendono una donna ‘unica’: il fascino, il sorriso, la sicurezza in sé stessa, la capacità di mimetizzare i difetti (tutte ne hanno) e di evidenziare i pregi (tutte ne hanno), la scelta del look più adeguato ma soprattutto l’intelligenza. Proprio relativamente a quest’ultima e importante caratteristica, c’è da dire che non tutti la possiedono, quindi è facile incappare in persone che considerano ancora l’altezza come unico requisito che rende una donna ‘bella a tutti gli effetti’.

Abbiamo tutte un’amica alta e magra che si sopravvaluta, specie quando esce insieme a noi e ad altre ragazze più bassine. L’amica con la Sindrome di Miss Italia. Di solito è molto alta e molto magra, ma non è proporzionata (spalle piccole e un po’ di gobba, giro vita inesistente, pancetta abbondante evidenziata dalla postura curva) e viene notata solo ed esclusivamente perché in un gruppo o in foto la sua testolina è l’unica che ‘svetta’ su tutte le altre: “E’ ‘na gangirona” avrebbe detto mia nonna usando il termine con cui nella Roma popolare venivano definite le ragazze molto alte ma… “sciape”. Lei però non lo sa, col suo metro e settantacinque crede fermamente di essere la versione moderna di Carol Alt, e pensa che nella vita le capiteranno tutte le cose che sono capitate a Carol Alt nelle fiction degli anni 80. See, ciao core.
La colpa non è nemmeno sua, perché spesso è nata in una famiglia in cui la donna più magra è una sorta di Miss Piggy con l’altezza di Puffetta: le sue parenti affette da pinguedine e scarsità femorale la vedono e la idolatrano come se fosse davvero una modella di quelle che lasciano senza fiato, anche se il più delle volte a lasciare senza fiato è solo il suo alito, ma lei non sa nemmeno questo. E, pervasa da colpi di autostima seriali, si comporterà come se si aspettasse da noi e da tutte le amiche più basse (anche solo di qualche centimetro) non solo una piccola ola al suo arrivo, ma tutta quella serie di complimenti ed elogi che riceve quotidianamente a casa dalle parenti tracagnotte, tipo:
- “Eh, con quel fisico puoi mettere tutto!” (fisico o… tisico??)
- “Eh, se quell’abito mi cadesse come cade a te…” (sulla gobba?)
- “Eh, eccola, la più bella!”
- “Eh, è arrivata Miss Italia!”
E tutta una lunga serie di ‘Eh’ a suo favore.
Inutile dire che, presa dal suo solito e simpaticissimo spirito di supremazia, non appena le confideremo: “Ehi, ma lo sai che Tizio mi ha chiesto di uscire?” lei farà un’espressione schifata, o terrorizzata come se le avessimo dato (giustamente) della cozza, ci guarderà tre o quattro volte da capo a piedi e ci dirà: “A te??? Ma sei sicura?”
Oppure, in presenza di un ragazzo che tra noi e lei sceglierà noi, alte solo 1,60 – 1,65 metterà stavolta un’espressione stupita, incredula e dirà: “Ma dai….! Che cosa strana… Ha chiesto di uscire a te… anche se l’avevo stuzzicato IO!” e pronuncerà la parola IO in maiuscolo, così come l’ho scritta.
Altro caso: visto che oltre ad essere megalomane e ad avere la sindrome di Miss Italia ha pure la sindrome dello stuzzicadenti, in comitiva stuzzicherà tutti i maschi di età compresa tra i 25 e i 60 anni (ebbene sì, anche lei, come i Puzzle Ravensburger, ha un target di età prefissato) e se uno di questi ‘oserà’ chiedere l’amicizia su Facebook a un’altra, chiederà a quest’altra: “Ma non è che ha aggiunto te per arrivare a ME?” (ME sempre in maiuscolo, eh?)
Finché noi del suo atteggiamento da primadonna non ne potremo più, e con le palle piene o polverizzate, a scelta, le risponderemo: “Beh, se voleva arrivare a TE avrebbe chiesto l’amicizia a TE, non credi?” e lì il maiuscolo lo useremo noi, povere ‘nanerottole’ di statura compresa tra il metro e sessanta e il metro e settantadue; e ci renderemo conto che l’improvviso scolorimento del suo viso non è dovuto al fatto che la nostra amica possa essere rimasta vittima del suo stesso alito. Le ‘pezze bianche’ comparse sul suo faccino da stronzetta superba altro non sono il risultato delle nostre parole, che, forse, l’hanno fatta scendere per un attimo dal suo piedistallo di illusioni.
Se anche voi avete un’amica come questa (ma spero proprio di no perché ci sono passata ed è veramente ‘na gran rottura de cojoni) e se questo post vi è piaciuto, condividetelo.
Hai visto mai che lo legge?
Guari’ da ‘sta sindrome nun guarisce, ma almeno la fate incazza’ come ‘na bbestia.
S’aribbeccamo.
La Bionda.
Un pensiero riguardo “La sindrome di Miss Italia”