In questo periodo mi sono accorta che, sia sui social che nella vita reale, abbondano i cosiddetti ‘menagrami’, persone non proprio piacevoli da incontrare sempre in vena di fare pronostici negativi sul futuro o su ciò che accade intorno. Sono uguali a quelli che, quando andavamo a scuola, dispensavano ansia ripetendo a destra e a manca: “Tanto quest’anno ci bocciano a tutti!” con lo stesso tono con cui i frati trappisti si salutano dicendo: “Ricordati che devi morire!”. Io non so che cosa sia accaduto di tanto terribile nelle loro vite da farli diventare così negativi, fatto sta che, se non stiamo attenti, rischiamo di cadere nella stessa spirale di negatività in cui loro paiono sguazzare allegramente come un neonato quando gioca con le paperelle nel bagnetto, con la differenza che loro, al posto delle paperelle, si divertono a sollazzarsi con l’ansia che riescono a generare negli altri, li mortacci loro!

Specie in questo periodo in cui tutti siamo tenuti sotto schiaffo dall’emergenza Covid e dalle varie restrizioni in cui siamo costretti, i menagrami sembrano essere particolarmente felici di farci cagare sotto dalla paura, raccontando leggende metropolitane lette sulle pagine trash di Facebook che, anche se sappiamo essere tali, ci mettono in testa quel tarlo che ci fa pensare: “E se fosse vero?”, rovinandoci la giornata sia perché ci mettiamo a smanettare per ore in rete per trovare notizie che smentiscano le loro bufale, sia per la profonda incazzatura che resta quando ci rendiamo conto che hanno sparato l’ennesima stronzata. Le frasi più gettonate?

- “Tanto ad Agosto ci chiudono, ho sentito una che scrive i discorsi per il Presidente che ha già pronto il discorso per l’estate 2024: non se ne esce!”
- “Occhio che ci sono casi che restano positivi per sempre! La mia vicina di casa è positiva da 4 mesi, sia lei che il marito, quelli non escono più di casa!”
- “La carta verde non serve, è un modo per far lavorare le cartarie le tipografie e i colorifici (!), è tutto un magna magna, tanto il Covid ti torna anche se te lo sei già preso!” (esortando alla ‘massima condivisione’ sui social)
- “Il cugino del compare del fratello del cognato di mio marito ha detto che il nuovo coronavirus è già mutato quindi il vaccino autorizzato non serve a niente!”
- “Il vaccino che fanno a noi è meno efficace di quello che fanno ai politici e ai ricchi! Tanto se muore un cittadino normale a loro non gliene frega niente!”

Capisco bene che possano essere menti semplici, magari informate poco e male… ma proprio a noi devono veni’ a rompe li cojoni? L’unica cosa da fare in questo caso, pe’ evita’ de mannalli affanculo co’ la mano arzata, un po’ come se fa a ‘o stadio, è evitarli. Quando li vediamo avvicinarsi da lontano, con l’espressione tipica di chi ti vede e dice: “Anvedi chi c’è, fammeje rovina’ ‘a giornata!”, diamocela a gambe (non senza aver fatto prima debiti scongiuri); se invece già ci hanno raggiunto, fingiamo di stare al telefono (mi raccomando, sempre una mano allo smartphone e una a ravanare i gioielli di famiglia!), oppure di dover andare con urgenza da qualche parte; ma scappiamo via il più lontano possibile!
In alternativa, iniziamo noi per primi ad inventare bufale per farli cagare sotto dalla paura, della serie:
- “Non ti vedo in forma, non è che hai il Covid? Occhio che la mia vicina è positiva da 4 mesi, quella non esce più di casa!”
- “Hai fatto il vaccino? Tanto non serve a niente, quello buono lo fanno solo ai ricchi e ai politici, il Covid ti prenderà lo stesso!”
Sembra cattiveria, ma in realtà è spirito di conservazione.
MEMENTO MORI, dicono i trappisti.
Ma MORS TUA VITA MEA sona ‘n po’ mejo, no?
Se beccamo presto! E ricordateve sempre che davanti a ‘ste persone, ‘na sana grattata nun fa mai male!
La Bionda
beh! Di bufale ne corrono parecchie. Alcune inventate di sana pianta, altre instillate dai nostri ineffabili politici
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Questo è vero. L’importante è non abboccare, ma purtroppo il mondo è pieno di boccaloni
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Infatti prima di abboccare è meglio documentarsi. Ingoiare l’amo c’è sempre tempo come fanno i pesci più scafati.
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